3.3 Urbanistica

La Qualità Urbana, in moltissimi Paesi e città oggi molto competitive e attrattive, non è vista come un fattore estetico -un abbellimento che migliora semplicemente la vita dei cittadini- ma è uno dei principali fattori di spinta dell’economia e dello sviluppo. Possibilità di investimenti e capacità di attrarre capitali vengono smistati nell’economia globale che permette di scegliere dove investire, anche e soprattutto per la capacità dei luoghi di offrire qualità e del sistema amministrativo di formulare bandi e percorsi innovativi e certi.

La Qualità dello spazio, il comfort urbano e la capacità di essere innovativi nei processi sono diventati temi al centro di politiche di attrattività di competenze e risorse umane che, mai come oggi, fanno scelte legate alla qualità della vita, dei servizi e del proprio comfort di vita.

Mai come nell’epoca odierna, in cui il lavoro sta cambiando velocemente e la possibilità di delocalizzare le risorse umane sta diventando così potente, ci sono opportunità immense per Trieste.

Per questo è decisivo che nei prossimi anni si creino occasioni per aumentare la qualità della vita e degli spazi della città: parchi, verde di quartiere, servizi smart (e anche sani standard molto tradizionali) che diano un volto nuovo alla città, fatto anche di quei servizi, quelle piazze, giardini, parcheggi che vediamo quando passeggiamo per Vienna, Berlino, Barcellona, e oramai anche a Lubiana, per restare ad un posto vicino a casa nostra che in vent’anni ha fatto passi da gigante con mezzi paragonabili ai nostri o fors’anche inferiori.

Per conseguire questi obiettivi proponiamo a chi si candida ad amministrare la nostra città cinque progetti pratici:

3.3.1. Protocollo standard per appalti e lavori pubblici

Sviluppare uno studio delle migliori procedure di assegnazione e appalto dei progetti e dei lavori pubblici per creare un protocollo standard che dia stabilità normativa a chi lavora e permetta di selezionare progetti e realizzare opere di qualità, mettendo al centro l’innovazione, la ricerca e la competenza.

3.3.2. Programma ’10 piazze e spazi aperti’

Sviluppare un programma di 10 piazze e spazi aperti, incentrato soprattutto su quartieri periferici, da realizzarsi entro 5 anni, a partire da vere necessità del territorio: una Piazza per Servola che va oggi ripensata, un progetto per gli spazi aperti di Via Flavia, una piazza con servizi per Altura, un nuovo sistema di verde e spazi di relazione per Rozzol, che coinvolga il complesso di Melara, una nuova Piazza per San Giovanni e via discorrendo.

3.3.3. Agenzia immobiliare per la gestione del patrimonio comunale

Costituire un’Agenzia, che pur mantenendo forte o totale controllo pubblico, possa gestire con criteri e modalità privatistiche il tantissimo patrimonio inutilizzato del Comune. Il fatto che non si sia ancora riusciti a venderlo o cederlo non dipende da incapacità degli amministratori, quanto piuttosto dal fatto che essi dispongono di strumenti antiquati e non attrattivi per gli investitori. Sull’esempio di realtà nate in molti comuni italiani e di tantissime città estere, proponiamo la costituzione di una vera immobiliare che agisca con forza e logica di mercato per sbloccare e mettere a rendita un patrimonio che è oggi un costo.

3.3.4. Piano strategico di sviluppo urbano

Vediamo spostarsi progetti strategici di qua e di la, piscine che vagano per la città, centri culturali, acquari, musei, attrazioni importanti e positive che passano da destra a sinistra, da Barcola a Servola senza un disegno strategico.

Allo stesso tempo vediamo i cultori dei grandi piani strategici che organizzano convegni a spiegare che non va bene niente e proporre poco altro.

Serve un soggetto che abbia un mandato chiaro che metta ordine, partendo da logiche economiche e non politiche, tra le tante idee che sono da decenni sul tavolo senza che si vedano risultati.

Un tavolo che abbia un tempo massimo di svolgimento e uno staff di facilitatori e sviluppatori di idee (lo fanno a Berlino, Vienna, Copehagen, ma anche in città molto più piccole come Stoccarda, Siviglia, perché non si possono copiare le buone prassi?). Un tavolo che ascolti rapidamente tutti e faccia una sintesi gettando le basi per un Piano Strategico di sviluppo.

3.3.5. Parcheggi e mobilità

Invochiamo una vera riflessione sui parcheggi e la mobilità. Che piaccia o no, che sia giusto o meno, il mondo sta cambiando velocissimo e la sfida dei trasporti e della logistica è alla base oggi dell’economia mondiale, così come l’interesse per gli stili di vita legati ad una mobilità più lenta e sostenibile.

L’avvento dei veicoli a guida autonoma e la trasformazione del rapporto con le vetture (da beni di proprietà a oggetto di un servizio) comporterà un cambiamento radicale non solo nell’utilizzo delle strade, ma anche degli spazi adibiti a parcheggio.

Ci sono due modi per affrontare questi cambiamenti: per inerzia, 15 anni dopo tutti gli altri, o avendo il coraggio di guardare cosa fanno le città oggi più interessanti che attraggono persone di qualità, come Bruxelles o San Francisco, dove da anni sorgono spontaneamente i “parklet”, ossia luoghi per la socializzazione dei residenti, frutto della trasformazione di spazi stradali sottoutilizzati.