Nella nostra città è in corso un grave decremento demografico. Si sa, ma si preferisce tacere, che una delle conseguenze peggiori di tale trend consiste nello scadimento dei servizi alla persona, primo tra tutti di quello sanitario, inaccettabile per qualsiasi città ma, in particolare, per la nostra.
Dalle colonne del Piccolo l’imprenditore Enrico Samer ci rincuora, poiché a suo giudizio – e Trieste2030 è della sua stessa opinione – «sicuramente ci sarà una controtendenza. La città – sostiene – ha ampie prospettive: portualità, logistica, la ricerca scientifica e le condizioni per attrarre industria ad alta tecnologia sono gli ingredienti che tra 5, massimo 10 anni, ci consegneranno una città completamente diversa, con ricadute positive anche demografiche».
Mai come oggi è perciò indispensabile pianificare lo sviluppo cittadino perché le sfide poste dalla ripresa demografica non ci colgano impreparati.
Un esempio? Ce lo suggerisce Siagri dall’edizione odierna del quotidiano locale, quando ci ricorda che «l’auto senza pilota sarà una rivoluzione in termini di sostenibilità e verrà data più in uso che venduta come bene». Ciò implica che gli automobilisti del 2030 utilizzeranno la macchina ma non il garage, né avranno bisogno di parcheggiare in centro: dopo averci sbarcati, la macchina se ne andrà o per essere utilizzata da qualcun altro, o perché ci potrà attendere parcheggiata lontana dal centro (se possibile addirittura fuori città!). In termini pratici, ciò significa che la Trieste del 2030 avrà maggior traffico ma meno vetture parcheggiate in città.
Va dunque ripensato fin da oggi il piano parcheggi urbano, pianificando la progressiva conversione degli stalli di superficie e dei parcheggi multipiano ad usi diversi e socialmente maggiormente utili, come abbiamo peraltro già suggerito nel nostro programma (https://trieste2030.info/urbanistica/)